A zonzo sul M. Castello

Avevo due informazioni riguardo la Sud del M. Castello. La prima di un cacciatore di Andreis che asseriva di scendere col camoscio sulle spalle da un canalone che inizia sulla cresta Ovest, cento metri sotto la vetta. Mi son sempre chiesto perché scendeva da quella parte e non per il più comodo sentiero di Navalesc; probabilmente aveva qualcosa da nascondere ed evitava il tragitto più frequentato; quindi chiamerò quel canalone " del bracconiere".

La seconda informazione, più laconica, mi diceva che sul Castello da Sud si poteva salirci in vari modi.

Sono partito con l'intento di salire il "canalone del bracconiere", portandomi all'attacco per il noto sentiero Spigal che porta sia all'Antro del Castello che alla Cengia dei Garibaldini.

Dalla forcella a destra presidiata da un pino parte la Cengia dei Garibaldini.

Mano a mano che salgo i prati si fanno più ripidi.

Indosso i ramponi.

Tra le due rocce, in basso e al centro della foto, si vede la traccia dove transitano i camosci sulla quale son passato anch'io; tornare indietro su questo tratto non sarebbe uno scherzo. Bravo il "bracconiere", ma forse si portava una corda, oggetto che io ho invece lasciato a casa. Questa mancanza e l'inaspettato tratto verticale d'erba mi mettono in ansia.

Arrivo comunque all'attacco del canalone, di cui in foto se ne vede una piccola porzione. Non so per quale motivo, forse le tracce dei camosci che proseguivano oltre, ho deciso improvvisamente di fidarmi dell'informazione meno certa e cercare qualche altra improbabile via per la cima. Fatti due passi oltre il "canalone del bracconiere" mi sono subito reso conto di andare all'avventura! So che non avrei dovuto, però bisogna provarci ogni tanto.

Mi faccio tutto il cengione da quella sella in basso a sinistra.

Guadagno la cresta al termine del cengione da dove si vede il Raut.

La cresta pare portare verso la vetta.

Dopo un tratto la devo lasciare per traversare sul versante Est in direzione della cresta che collega il Castello alla Carega; ritengo di poterla raggiungere.

Lungo il traverso incontro un camoscio intento a cibarsi: mi viene l'idea di chiedergli la strada. Lo spavento e lui si getta in discesa su quelle placche alla sua destra, cala nel canalone che si intuisce oltre le placche e risale su quelle loppe tutto a destra della foto. Declino l'offerta di seguirlo, mi pare poco igienico.

Guardo in alto: la vetta dovrebbe essere lassù. Decido di scalare questa parete, sfruttando cengette e mughi.

La fortuna aiuta gli audaci, dice il proverbio: ho osato e ho portato a casa una salita al Castello da Sud tutta mia.

Durante la discesa lungo la normale il regalo più bello di questa giornata già di per sè meravigliosa: una campanula fiorita a metà dicembre!